Riconoscersi in una comunità è il primo passo da compiere in direzione di un’etica di collaborazione pacifica con gli uomini e l’ambiente.

La transizione verso modi di produzione e consumo più sostenibili diventa una delle grandi sfide della contemporaneità. La fine del localismo energetico e l’affermarsi di una società high-carbon hanno determinato la geopolitica internazionale e generato instabilità, diseguaglianze e iniquità sociale.

Gli effetti di un modello sociale e economico dominato dal principio della massimizzazione del profitto “a qualsiasi costo” sono tangibili sull’ecosistema terrestre e sulle popolazioni. Il riscaldamento globale, il cambiamento climatico, la perdita della biodiversità, le ingiustizie ambientali e sociali che spingono nuove orde di “migranti climatici” ad abbandonare le terre d’origine, ci pongono dinanzi un profondo ripensamento del modo in cui i governi, imprese, sistemi finanziari e individui interagiscono con il nostro pianeta.

Cogliendo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, i cittadini di tutto il mondo stanno già unendosi per riacquistare rilevanza nel settore energetico, attraverso azioni dirette e partecipate che mirano alla costruzione di una società più equa e sostenibile. Questa tendenza è in crescita. Infatti, in vista della riduzione delle emissioni di carbonio nel settore elettrico prevista per il 2050, si stima che 264 milioni di cittadini dell’Unione Europea si uniranno al mercato dell’energia come prosumer, generando fino al 45% dell’elettricità rinnovabile complessiva del sistema.

Ma cosa si intende per prosumer? Mutato dall’inglese, il termine è utilizzato per riferirsi all’utente che non si limita al ruolo passivo di consumatore (consumer), ma partecipa attivamente alle diverse fasi del processo produttivo (producer). In pratica, il prosumer è colui che possiede un proprio impianto di produzione di energia, della quale ne consuma una parte. La rimanente quota di energia può essere immessa in rete, scambiata con i consumatori fisicamente prossimi al prosumer o anche accumulata in un apposito sistema e dunque restituita alle unità di consumo nel momento più opportuno. Pertanto, il prosumer è un protagonista attivo nella gestione dei flussi energetici, e può godere non solo di una relativa autonomia, ma anche di benefici economici.

Le forme più attive di prosumption possono essere attuate attraverso le comunità energetiche, ossia una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un contratto, collaborano con l’obbiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti energetici locali.

Questo è un concetto ampio che identifica una varietà di esperienze comprendenti comunità di interessi e comunità di luogo che condividono lo sviluppo di un progetto per la produzione di energia rinnovabile e i benefici economici e sociali che ne derivano. Con le dovute distinzioni e differenze tra loro, le comunità energetiche sono tutte accomunate da uno stesso obbiettivo: fornire energia rinnovabile a prezzi accessibili ai propri membri, piuttosto che dare la priorità al profitto economico come una società energetica tradizionale.

Decentramento e localizzazione della produzione energetica sono i principi su cui si fonda la comunità energetica che, attraverso il coinvolgimento di cittadini, attività commerciali e imprese del territorio, risulta in grado di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione. Il concetto di autoconsumo si riferisce alla possibilità di consumare in loco l’energia elettrica prodotta da un impianto di generazione locale per far fronte ai propri fabbisogni energetici.

Produrre, immagazzinare e consumare energia elettrica nello stesso sito prodotta da un impianto di generazione locale permette al prosumer di contribuire attivamente alla transizione energetica e allo sviluppo sostenibile del Paese, favorendo l’efficienza energetica e promuovendo lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Oggi l’autoconsumo può essere attuato non solo in forma individuale, ma anche in forma collettiva all’interno di condomini o comunità energetiche locali.

La figura di seguito illustra la conformazione di autoconsumo individuale, di autoconsumo collettivo condominiale e di autoconsumo collettivo attraverso comunità energetica, sotto la medesima cabina primaria di trasformazione (alta tensione/media tensione).

La disposizione relativa alle comunità energetiche prevede che i soggetti che partecipano devono produrre energia destinata al proprio consumo con impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza complessiva non superiore a 1MW. Per condividere l’energia prodotta, gli utenti possono utilizzare le reti di distribuzione già esistenti e utilizzare forme di autoconsumo virtuale.

La comunità energetica rinnovabile deve essere formata dai consumatori ubicati nella rete elettrica di bassa tensione, sotto la medesima cabina di trasformazione di alta/media tensione. I partecipanti mantengono i loro diritti come clienti finali, compreso quello di scegliere il proprio fornitore ed uscire dalla comunità quando lo desiderano. La partecipazione è aperta a tutti gli utenti sotto la stessa cabina elettrica, compresi quelli appartenenti a famiglie a basso reddito o vulnerabili.

Essere comunità energetica, dunque, significa partire dalle origini per intraprendere nuove strade verso modi di produzione e consumo dell’energia a km zero; significa ristabilire una relazione con l’ambiente a partire dall’uso di fonti rinnovabili per la realizzazione di un sistema economico e sociale sostenibile per le presenti e future generazioni.

Comunità Energetica significa cooperazione, scambio, concetti alla base “del vivere insieme”.